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The stranglers




Annunciati da tempo e per questo ancora più attesi, ecco tornare gli Stranglers in Italia, e noi di Totalnoise ci siamo giustamente sdoppiati, per seguirli sia nella data di Colle Val d'Elsa che in quella di Rimini...


the stranglers_sonar_1Attivi dal vivo dal 1974 (!), l'esordio discografico degli strangolatori data 1977, e già questo particolare aggiunge un tocco di singolarità a una band che ha costruito la propria immagine su una evidente differenza rispetto alla scena british punk dell'epoca, differenza soprattutto musicale, che fa degli Stranglers dei precursori assoluti di sonorità da cui i gruppi di oggi sembrano attingere a piene mani, rimescolando e facendo apparire quasi come nuovo e inedito ciò che in realtà risale a trenta anni fa...
Ma a noi questo al momento interessa poco, dato che abbiamo assistito all'esibizione degli "originali", in un concerto che è stato davvero esaltante: diretti, veloci e feroci, gli Stranglers hanno riproposto praticamente tutto il loro denso repertorio di pezzi melodici ma anche stravaganti nonchè stranianti, costruiti principalmente sulle linee di un basso pesante e ossessivo, e sottolineati dal suono del synth, mentre la chitarra rimane sullo sfondo a seguire docilmente la base ritmica, confermando la vena creativa della band tra rievocazioni di rock alla Music Machine e attitudine oscura e molto new wave (personalmente, un nome su tutti: the Fall). L'atmosfera è calda e il pubblico partecipa al concerto con intensità fisica, forse anche un po' eccessiva, dal momento che JJ Burnel a un certo punto minaccia di colpire in testa qualcuno con il proprio basso... Ma poi tutto si risolve con qualche spinta, pare, e gli strangolatori tornano sul palco per ben tre volte, con una No More Heroes finale da manuale e da urlo.

the stranglers_sonar_2

the stranglers_sonar_3 Gli Stranglers sono tornati, anche se del nucleo originale sono rimasti solo Jean Jacques Burnel al basso e Dave Greenfield alle tastiere. Baz Warne alla chitarra e Paul Roberts alla batteria completano l'attuale line up. Ma certo non sono cambiate le pose provocatorie, l'atteggiamento aggressivo, le liriche spesso oltraggiose e soprattutto l'impeto di episodi quali Grip, London Lady, Something better change, melodici ma anche intrisi di ruvido e cupo nervosismo, pezzi che hanno segnato indelebilmente la scena dell'epoca.
Una dopo l'altro gli Stranglers snocciolano i loro hits con rinnovata perizia ed energia, senza perdere un colpo e scivolando da un brano all'altro ininterrottamente. Una musica essenziale e senza fronzoli, punk rock nel senso più vero e passionale del termine, un suono che conosce poche pause e non ammette flessioni.



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