Mike watt & the Secondmen
"The man in the van w/a bass in
his hands": è quello che si trova scritto sugli adesivi
distribuiti da Mike Watt al pubblico dopo il concerto, tirati fuori
da uno scatolone rovinato insieme a qualche t-shirt e una manciata di
cd...
La frase descrive anche esattamente quello che l'ex bassista dei mitici
e fondamentali Minutemen fa e incarna: un uomo in continuo movimento
che suona con il suo basso le proprie canzoni, il che è una di
quelle visioni e di quelli ascolti che lasciano segni profondi.
Un suono complesso e geniale ti investe come un fiume in piena, a volte
senza soluzione di continuità, a volte spezzato e frammentato,
e non puoi non ripensare, appunto, ai Minutemen. Un'ora e mezzo di musica
che prorompe da dentro, una musica per menti affilate e corpi nervosi,
oggi insieme ai Secondmen, Raul Morales alla batteria e Paul Groessler
all'organo, che con l'Hammond sembra addolcire la durezza di una base
ritmica ovviamente preponderante data la formazione, e assolutamente
unica, inconfondibile. Mike Watt racconta semplicemente la propria storia
e le proprie riflessioni, rilegge le radici musicali americane inacidendole
con il suono sarcastico del suo basso e della sua voce, rende tutto
questo puro materiale per la comunicazione, fuori da qualsiasi forma
di autocompiacimento (eppure, ne avrebbe di che autocompiacersi...)
e da qualsiasi stupida retorica del rock, distante anni luce da quello
che oggi significa e incarna l'industria musicale.
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