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the eels





eels_NoStringsAttachedTour06Che Mark Oliver Everett fosse un personaggio stravagante e poco incline ad onorare le ritualità dei concerti lo sapevamo da tempo. Si presenta sul palco insieme agli amici di sempre, Knuckles e The Chet, scortati da Krazy Al, un energumeno di 2 metri super-palestrato, completamente tatuato con t-shirt Security... ?!?... una sorta di Van Damme sotto l'effetto di sostanze allucinogene... Sembrano 4 pendagli da forca, amici di hobos e giocatori di biliardo, camionisti dalla faccia spaccata dal sole. Uno show molto elettrico, suoni duri, squadrati, rock'n'roll ad altissimo voltaggio, diretto, spudorato, a volte solcato da un blues sporco e malato, intriso di ballate sghembe e molto alcoliche. La voce di Mark Everett è perfetta, roca e selvaggia, una voce graffiante come una radiografia. Il suono é una colata di rock-blues dalle inflessioni desertiche che si riversa sul pubblico. Gli Eels sono sicuramente gli eredi di quel blues percussivo che sono le caratteristiche del boogie di John Lee Hooker, di Bo Diddley, dei grandi musicisti slide del delta del Mississippi. Proprio per questo come lui ama definirsi Mr. Everett é un artista profondamente politico, così come lo erano Woody Guthrie e Johnny Cash. Solo che la loro politica si chiamava "parlare senza peli sulla lingua"...

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