Earth
Spiritualità,
ricerca, libera irradiazione di energia, guardare dritto negli occhi
i propri demoni e gli altrui. La band di Olympia negli anni ha saputo
fondere influenze e stili, in un unico, potente solco rituale. Da un
magma colorato con il nero sulfureo sabbathiano, parte un lungo viaggio
di risalita alle origini del pensiero musicale degli Earth. Un suono
claustrofobico e sofferente, dove prendono vita gli incubi dell'inconscio,
la bellezza e il panico della terra, da cui tutto deriva, un paesaggio
di tenebre e neon mal funzionanti a celebrare, l'alienazione autoindotta,
ma solo per superarla.
Un ammaraggio cosmico che mostra di ambire a molto di più che
soddisfare l'orecchio di chi ascolta, come per esempio mutare il ritmo
del mondo, rallentandolo, utilizzando la musica come medium di elevazione
spirituale.
Così le macchine del suono soffiano scenari vorticosi di aria
densa/rarefatta, chiedono di sintonizzare la percezione su una lunghezza
d'onda più interiore, il mutamento diventa necessità primaria.
Gli Earth assorbono e rilasciano il linguaggio molecolare della nuova
condizione metropolitana, la crescente, inarrestabile metropolizzazione
dell'esistenza, questo insistente rumore di fondo che attraversa ogni
particella di vita contemporanea.
La musica tende alla liberazione. Ed è proprio sull'onda di questa
vibrante tendenza al possibile che gli Earth sperimentano nuove forme
di espressione, unendo la ricerca personale a tutto quello che la tradizione
musicale americana ha sedimentato, creando infine un immaginario inedito
e particolare, come cinematico e onirico. In tal modo arrivano alla
fine di un viaggio: la risalita al centro della terra è finita,
oppure appena cominciata.
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