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cockney rejects


locandina oi festival laboratorio crashVecchi ricordi che tornano alla mente, flash-back davanti agli occhi e i pensieri che vanno verso indimenticabili giorni. Un'epoca vissuta sulla propria pelle, troppo ricca di fermenti creativi e di capovolgimenti per non lasciare un segno indelebile. Sensazioni sopite che si ridestano ogni qual volta una piccola scintilla comincia a farsi strada. E una di queste scintille sono i Cockney Rejects, uno dei gruppi più popolari del punk inglese a cavallo tra '70 e '80, quel punk arrivato in ritardo sulla deflagrazione del '77 e in anticipo sull'infuriare delle nuove tendenze hardcore. Ebbene, si, si può essere punk anche a 52 anni, con le sciarpe del West Ham e Union Jack nel cuore! Jefferson "Stinky" Turner e Soci lo sanno e hanno letteralmente "dato il bianco" suonando per quasi un'ora e venti i loro pezzi più famosi...un vero delirio! Altro che pop-post-indie e cazzate varie che vanno adesso per la maggiore! Scariche di energia, adrenalina, decibels e canzoni vecchie, meno vecchie, nuove, lente o veloci, tutte accompagnate dal coro del pubblico che dall'inizio alla fine segue la band come una sola voce. Alla lunga l'onestà paga e i boati (e cori da stadio) che accolgono "We are the Firm", "I'am forever blowing bubbles" e Fighting in the street" non sono certo esternazioni di circostanza, ma son frutto di un profondo affetto che lega i Cockney Rejects ai loro fans, che hanno eletto questi brani come propri inni generazionali. Ad aprire le danze ci hanno pensato i Trade Unions da Livorno, i Cervelli Stanki e i mitici sempreverdi Basta, alfieri della granitica scena punk/oi! toscana. Che dire!? Alla fine qundo incontri gente da tutta Italia accorsa per vedere e vivere quest'evento, bastano solo quattro parole: THE KIDS ARE UNITED!

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